sabato 4 febbraio 2012

Post col bollino rosso.

Questa volta la faccio grossa. Cito il Diavolo.
Questo è un post col bollino rosso: ai minori e alle persone facilmente impressionabili è sconsigliato proseguire nella lettura.
Chi, invece, se la sente, potrà scoprire che certi fenomeni economico-finanziari non sono una novità di oggi, e che probabilmente hanno condizionato non poco tante vicende storiche del passato, anche se i libri di storia non ne parlano (domanda già posta: chi sarà l'autore della prima Storia monetaria dell'Umanità? Si incomincia a sentirne il bisogno...).
Ovviamente (a scanso di equivoci) sottolineo che non condivido le accuse che, ad un punto del testo, il Diavolo muove ad una certa etnia.

Nel 1933 il Reich disponeva di valute varie per 83 milioni di marchi. Il giorno dopo che salii al potere fui invitato a versarne immediatamente 64. Obiettando che ignoravo del tutto quella storia e quegli impegni, chiesi del tempo per riflettere. alla mia domanda sul quando ci fosse stata comunicata questa richiesta, mi fu risposto che essa datava a tre mesi prima. Mi persuasi allora che se eravamo riusciti a far trascorrere tre mesi, potevano benissimo lasciarne trascorrere almeno altri due. I miei collaboratori, a questa ipotesi, manifestarono il terrore puerile che, cosi' facendo, avremmo potuto perdere il nostro prestigio di corretti adempienti. La mia idea era che il prestigio tedesco si sarebbe meglio manifestato non già pagando sotto la minaccia di rappresaglie, ma piuttosto cessando di pagare. In questo modo l'inflazione sarebbe potuta cessare di colpo. La causa determinante, infatti, erano i nostri debiti di guerra interni, ovvero il pagamento di dieci miliardi di interessi all'anno per il nostro prestito di guerra di 170 miliardi. Per un confronto, ricorderò che prima della guerra mondiale, il reddito complessivo delle imposte pagate dal popolo tedesco, raggiungeva appena i cinque miliardi. Per pagare questi dieci miliardi di interessi si stamparono cosi' banconote e da qui ecco  la svalutazione della moneta .
Giusto, invece, sarebbe stato: interrompere il pagamento degli interessi del prestito di guerra; in secondo luogo colpire con aliquote altissime i proventi degli enormi profitti di guerra.
Io avrei costretto i profittatori della guerra ad acquistare titoli del prestito di guerra che avrei poi congelato per un periodo di venti, trenta o quaranta anni.
(Non si deve forse ai dividendi dei profittatori - del tre o quattrocento per cento- il fatto che il nostro debito abbia raggiunto tale cifra?). Infatti non è l'aumento della circolazione fiduciaria a causare inflazione, Essa nasce il giorno in cui dall'acquirente si esige, per la medesima prestazione, una somma superiore a quella richiesta il giorno prima. E' a questo punto, allora, che occorre intervenire.
Perfino a Schacht ( presidente della Banca Nazionale del Reich -ndr.-), ho dovuto spiegare che la causa prima della stabilità della moneta è: IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO. La moneta rimane stabile e il popolo non soffre solo quando gli speculatori, infatti, vengono posti in condizione di non nuocere. E i guadagni in eccedenza devono essere o supertassati o ritirati dal circuito economico.
Non nutro la presunzione che queste idee siano tutte farina del mio sacco. Semplicemente ho letto moltissimo e tratto insegnamento da un accadimento del passato: già Federico il grande, infatti, aveva ritirato dalla circolazione i suoi talleri svalutati ristabilendo cosi' il giusto valore della moneta. Queste sono tutte cose semplici e naturali, solo che non bisognerebbe consentire agli Ebrei di ficcarvi il naso! La base della politica commerciale ebraica è di cercare di rendere incomprensibile ad una intelligenza normale la semplice natura di un affare. Infatti dinanzi alla pretesa scienza degli esperti di economia, la gente si spaventa. Chi non la comprende, le vien detto, è ignorante e poco intelligente e incapace di cognizioni superiori. In realtà questi concetti vengono rivestiti di paroloni o addirittura inventati di sana pianta per non far comprendere la natura delle cose. Invece le nostre idee, oggi, sono penetrate fin nel sangue e nella carne di milioni di esseri umani. Infatti il VALORE DEL DENARO DIPENDE DAI BENI CONCRETI CHE STANNO DIETRO 
AD ESSO: soltanto i professori non hanno capito questo semplice concetto o fanno finta di non averlo compreso.
Un giorno ricevetti alcuni operai nella hall dell'Obersalzberg per tenere loro una lezione sul danaro. Quella brava gente mi comprense benissimo e mi ricompensò con un uragano  di appalusi! Dare danaro al popolo non è che una questione di fabbricazione di carta. Tutto sta nel sapere se i lavoratori producano in proporzione ai valori cartacei fabbricati.. Se il rendimento reale non aumenta e quindi se la produzione di beni concreti rimane al medesimo livello, una maggiore retribuzione in denaro non  permetterebbe affatto loro di comprare più cose di quante ne acquistavano prima.
Ma questa teoria non sarebbe mai stata degna di diventare oggetto di una tesi di laurea, nelle nostre università......
 
QG del Fuhrer
15 Ott. 1941
Da: Bormann-Vermerke
di   Adolf Hitler

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