sabato 29 dicembre 2012

SANTO SUBITO!

Nel blog abbiamo già più volte ironizzato sull'intangibile alleanza tra Mr Monti ed i sedicenti vertici di quella che qualcuno si ostina a definire "Chiesa Cattolica".
Credevo però che le ultime due "entrate a gamba tesa" in piena campagna elettorale (prima l'imbarazzante articolo sull'Osservatore Romano e poi le parole del Bagnasco) avrebbero suscitato reazione ben più forti della semplice ironia.
Devo invece ricredermi. I media preferiscono la prudenza... Mr Monti fa così tanta paura??
Persino il pirotecnico Libero si limita ad articolini di questo tenore:

Bagnasco sponsorizza Monti: "Sulla necessità di una politica nobile siamo tutti d'accordo"

Anche il presidente della Cei, dopo l'Osservatore Romano, scende in campo al fianco del Professore


Il Vaticano grida "forza Monti". La Chiesa è scesa in campo. Prima l'editoriale della vigilia dell'Osservatore Romano. Poi, oggi venerdì 28 dicembre, le parole del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che ha ribadito il suo appoggio alla candidatura del Professore. Tra soldi, Imu e affari, la Chiesa ha bisogno di Monti; in Finanziaria, oltretutto, i tecnici hanno favorito a livello economico proprio ambienti vicini allo stesso Bagnasco. E così - semplice chiudere il cerchio - la Santa Sede ha deciso di appoggiare Monti nella corsa a Palazzo Chigi.
Bagnasco ha colto l'occasione per interferire con la competizione elettorale nel corso di un incontro in Comune a Genova con il sindaco del capoluogo ligure, il rosso Marco Doria: "Sulla necessità di una politica nobile - ha spiegato il presidente della Cei -, penso che tutti siamo più che d'accordo". Quindi Bagnasco ha espresso l'auspicio che "chiunque è nella politica, soprattutto nelle prossime elezioni, faccia una politica alta per il bene del Paese". Parole che ricalcano quelle del commento dell'Osservatore Romano, che parlava proprio di "politica alta" riferendosi a Monti.

lunedì 24 dicembre 2012

Ma che ne sa Mr Monti della crisi?!

Dopo la sconcertante conferenza stampa di fine anno di Mr Monti (ma non avete anche voi l'impressione che sia telecomandato...?), lo scenario politico è così confuso che mi sembra utile tornare ai dati oggettivi.
Lo faccio con un commento, corretto ed equilibrato, all'ultimo Rapporto Censis, da sito www.eurasia-rivista.org:

L’ITALIA NELLA MORSA DELLA CRISI

Fabio Falchi


Il 46° Rapporto Censis (1) non lascia dubbi sulla gravità della situazione sociale del nostro Paese: drastico calo dei consumi, ricchezza finanziaria della famiglie dimezzata e milioni di italiani costretti a vendere beni mobili e immobili per garantirsi un tenore di vita decente. Nondimeno, nel giro di venti anni si è avuta una impressionante redistribuzione della ricchezza verso l’alto: il numero delle famiglie con una ricchezza netta superiore a 500.000 euro è passato dal 6% al 12,5%, mentre il ceto medio, che rappresenta il 60% della popolazione italiana, ha visto ridursi la sua quota di ricchezza dal 66,4% al 48,3%. Se si considerano poi il diffondersi del semianalfabetismo (meno di un italiano su due legge almeno un libro all’anno), il degrado del sistema educativo, l’aumento del tasso di disoccupazione, in specie giovanile, mentre migliaia di imprese falliscono, strette nella morsa di una crisi che spinge il nostro Paese verso il baratro della recessione, non è difficile rendersi conto che il Censis non esagera affermando che l’Italia sta affrontando un’autentica prova di sopravvivenza.
Inoltre, è palese anche il ruolo negativo svolto dalla maggior parte dei media nazionali se il 43%  degli italiani ritiene che politica e corruzione abbiano causato la crisi, benché gli stessi  ricercatori del Censis ammettano che la crisi non è ciclica e che vi è una perdita di sovranità, a tutti i livelli (politico, economico, sociale). Tanto che riconoscono che in Europa «nessuno è stato in grado di esercitare un’adeguata reattività decisionale. Nessun soggetto politico: Stato, partito, Parlamento; e nessun soggetto socio-economico: impresa, banca, sindacato, si è rivelato infatti più padrone della propria strategia d’azione, della propria operatività, del proprio stesso destino, tutti esautorati dall’impersonale potere dei mercati». Del resto, è pacifico che solo delle menti ottenebrate dal “Circo mediatico”, nazionale e internazionale, possono credere che i noti mali che affliggono da decenni il nostro Paese possano essere la principale causa di una crisi globale e strutturale che scuote fin dalle fondamenta tutto il mondo occidentale.
Ovviamente, non si deve sottovalutare il pericolo rappresentato dall’allargarsi della forbice tra politica e società – contro il quale giustamente il Censis mette in guardia, rilevando che le politiche di austerità non si saldano con i comportamenti dei soggetti sociali impegnati a difendere le loro condizioni di vita sempre più precarie e difficili. E tuttavia il richiamarsi alla “restanza del passato” (cioè alla restance, termine coniato da Jacques Derrida per significare contemporaneamente “resto” e “resistenza”), per valorizzare una “resistenza creativa” dei diversi soggetti sociali e sottolineare l’importanza di “essere altrimenti”, pare essere un sorta di “funambolismo verbale” che mira ad aggirare l’ostacolo di una analisi “disincantata” dei fattori geopolitici e geoeconomici che sono alla base dell’attuale crisi (dato che un’analisi di questo genere facilmente evidenzierebbe la necessità di un radicale mutamento di rotta rispetto a quella seguita dagli “eurotecnocrati” e decisa dai cosiddetti “mercati”).
D’altra parte, una volta riconosciuta l’importanza della questione della sovranità e del rapporto tra istituzioni politiche (nazionali e europee) e i “mercati”, è ben difficile negare che sia necessaria una ridefinizione politica della stessa Unione europea se non si vuole rimanere prigionieri della finanza mondialista. Peraltro, se il potere dei “mercati” è “impersonale”, non si può sostenere che sia completamente “anonimo” o completamente deterritorializzato, poiché non è affatto casuale che i centri di potere che controllano i “mercati” siano tutti atlantisti e “insediati” negli Stati Uniti. Né è casuale che i ricchi diventino più ricchi, né che questa crisi (che appunto non è affatto tale per i ceti occidentali più abbienti) venga “usata” dai tecnocrati europei per liquidare definitivamente il Welfare, approfittando proprio della corruzione e dell’inefficienza della politica. Insomma, come tante altre volte nel corso della storia del Novecento, si conferma che l’ “economico” è conflitto e che non c’è nessun metodo che consenta di fare gli interessi di tutti i Paesi e di tutti i ceti sociali indipendentemente da una idea di giustizia sociale e da un orizzonte di senso (liberamente) condiviso dai membri di un comunità, sia essa internazionale o nazionale.
In questo senso, se oggi sono i “mercati” a decidere, sono i “mercati” a fare politica e di conseguenza a favorire determinati soggetti geopolitici e determinati gruppi sociali. Pretendere quindi che gli interessi dei “mercati” siano gli interessi dei popoli o tutelino il bene comune, significa avallare, se ne sia consapevoli o no, una certa politica, o meglio una politica mistificata e mistificante. Ovverosia, in questa fase storica, una politica che non solo presuppone la liberalizzazione dei movimenti capitali, voluta dalla Thatcher e da Reagan, ma pure che i soggetti politici istituzionali (governi, parlamenti, partiti, movimenti) eseguano le direttive di alcuni centri di potere, che si configurano sì come poteri internazionali, ma al tempo stesso come poteri che veicolano, senza eccezione, una volontà di potenza atlantista. Sicché, non si può negare che la relazione tra politica e società venga a dipendere, di fatto, da quella tra la politica e i “mercati”.
Ed è questa relazione allora che dovrebbe essere ridefinita, anche per promuovere una politica meno corrotta e più efficiente. Vale a dire che è decisivo comprendere che si tratta di una relazione che è espressione di rapporti di forza geopolitici che si stanno ristrutturando non solo in funzione  del declino relativo degli Stati Uniti, ma pure secondo quella “geopolitica del caos” che, anche per contrastare tale declino, ha reso possibile la creazione di una gigantesca bolla finanziaria. Il che mostra pure la miopia strategica della Germania e della stessa Francia, in quanto sembrano cercare di trarre il massimo profitto da questa situazione senza mirare ad alcuna emancipazione geopolitica del continente europeo, mentre il nostro Paese (e naturalmente non solo il nostro) sta per precipitare nel “vuoto” che negli ultimi due decenni si è generato tra l’economia reale e la finanza. Un “vuoto” che potrebbe invece essere colmato da una politica che si preoccupasse degli interessi dei popoli europei, anziché di quelli dell’oligarchia mondialista, liberandosi di ((pseudo)governi tecnici e “sganciando” gli Stati dai “mercati”, senza badare all’accusa di populismo (un’accusa sciocca e superficiale, che mira a colpire chiunque tenti di opporsi ai “mercati”). Un compito indubbiamente non facile, ma non impossibile, a patto che ci si renda conto che le sfide attuali si devono affrontare sia a livello nazionale che a livello europeo, promuovendo un nuovo paradigma geopolitico, imperniato sulla innovazione strategica e sulla collaborazione dell’Europa con le potenze emergenti.

giovedì 20 dicembre 2012

L'ultimo potere: ci salverà la Magistratura??

E perchè no?! Forse è la carta a sorpresa che potrebbe sparigliare i giochi dei burattinai!
Per il momento, dopo Trani, Milano.
Dal sito fanpage.it:

Sentenza storica del Tribunale di Milano. Quattro banche estere - Deutsche Bank, Depfa Bank, Ubs e Jp Morgan - sono state condannate dal giudice di Milano Oscar Magi per truffa aggravata per oltre 100 milioni di euro ai danni del Comune di Milano, in relazione a operazioni su contratti derivati fatte con le giunte di centrodestra guidate da Moratti e Albertini. La confisca ammonta complessivamente a 87 milioni di euro; per ogni banca c'è anche una sanzione da un milione di euro. Il giudice della IV Sezione Penale di Milano ha accolto in pieno l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto, riconoscendo la responsabilità dei quattro istituti di credito che erano imputati in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. L'unico precedente giuridico riguarda una sentenza amministrativa pronunciata in Inghilterra negli anni Novanta, che invitava i Comuni a non sottoscrivere contratti derivati con le banche.
LE PENE - Il giudice, oltre a dichiarare le 4 banche responsabili per la legge 231 del 2001, ha condannato nove persone fisiche, tra manager ed ex degli istituti di credito, a pene comprese tra i sei mesi e gli otto mesi e 15 giorni. In particolare Antonio Creanza e Marco Santarcangelo, il primo di JP Morgan, il secondo di Depfa, sono stati condannati a otto mesi e quindici giorni, mentre Tommaso Zibordi (Deutsche Bank) a 7 mesi e 15 giorni. Gaetano Bassolino (Ubs), figlio dell'ex governatore della Campania, è stato condannato a 7 mesi, mentre Carlo Arosio (Deutsche Bank), William Marrone (Depfa), Fulvio Molvetti (JP Morgan) e Matteo Stassano (Ubs) sono stati condannati a sei mesi e 15 giorni. Infine, Alessandro Foti (JP Morgan) ha ricevuto una condanna di 6 mesi. Tutte le condanne sono con sospensione della pena, con il riconoscimento delle attenuanti generiche e comportano l'incapacità di contrattare per un anno con la pubblica amministrazione. Assolti invece, come richiesto dal pm, Giorgio Porta, ex City Manager del Comune di Milano, Mario Mauri, ex consulente del Comune, Simone Rondelli (JP Morgan) e Francesco Rossi Ferrini (JP Morgan).
ROBLEDO - «Si tratta di una sentenza storica, la prima nel mondo ad affermare il principio che deve esserci trasparenza per esserci affidabilità. Ci sono centinaia di enti pubblici in Italia in questa situazione e finora con l'eccezione di un Comune del Trentino nessuno in casi del genere era stato mai assistito da un esperto di matematica finanziaria», è il commento del pm Alfredo Robledo, che si dice soddisfatto perché il giudice ha sposato la sua tesi: «Le banche hanno raggirato il Comune. Di più: dalle banche c'è stata un'aggressione alla comunità per l'opacità assoluta dell'operazione. E, alla fine, Palazzo Marino ha fatto una cosa folle, si è fatto irretire».

sabato 15 dicembre 2012

Napolitano garante... dei bancheri.

Semplici e condivisibili riflessioni di Vincenzo Mannello sulle ultime infauste esternazioni del Garante dei Banchieri.

Napolitano e l'immutabilità dell'essere.
No, no..., non è alla filosofia che mi riferisco, non è cosa per me. È, invece,
l'ultima delle esternazioni presidenziali quella cui faccio riferimento. Alla
stampa estera, per precisione. Nota per la totale parzialità delle posizioni
che rappresenta e per la faziosità con cui tratta l'Italia e gli italiani.
Quelli, ovviamente, che non siano asserviti ai padroni (anche degli stessi
media) economici, politici e pure religiosi che dominano l'Occidente e
l'Europa in particolare. Ecco quindi la "rassicurazione" sul fatto che
chiunque andrà al governo, non verranno modificati gli impegni sottoscritti
con l'Unione Europea. Caspita, come fa il vegliardo napoletano ad essere così
sicuro?
Sa già che, in caso di vittoria della sinistra, Bersani proseguirà il cammino
della Trilateral, della Goldman Sachs, del Bilderberg ed affini? Soprattutto
ha pure avuto la garanzia che si trasformeranno in esattori di banche
banchieri e finanzieri vari pure Vendola e la galassia dei centri sociali
delle associazioni e dei sindacati già comunisti ? Sembrerebbe proprio di sì.
Tranne che....sappia già oggi quel che molti vediamo come un pericolo
incombente. Monti guiderà il prossimo esecutivo, non importa come e con chi.
Magari con Berlusconi. In ogni caso le parole del Capo dello Stato hanno un
solo chiaro significato: italiani,votate come volete. Tanto, quel che
eleggerete come governo, non potrà proprio decidere niente!
I giochi sono già fatti, garantisco io.
All'Europa, all'Onu, alla Nato (non sono mancati neppure i riferimenti agli
indissolubili impegni internazionali) possono stare tranquilli. L'Italia
continuerà a servire devotamente Obama, gli Usa e la finanza mondiale. Finché
morte non ci separi.

venerdì 14 dicembre 2012

Perchè si vota così presto?

Perchè si vota così presto?
Il (sedicente) governo è in carica ed è sempre più intoccabile... La sfiducia del Pdl si è rivelata uno scherzo... Non vi è alcun motivo tecnico per anticipare il voto. E allora, perchè è stato anticipato?
Forse perchè così preferiscono i partiti?
Questo appello fa sorgere qualche sospetto:

Noi sottoscritti Magdi Cristiano Allam, Presidente Nazionale di Io amo l'Italia; Francesco Storace, Segretario Nazionale de La Destra; Roberto Fiore, Segretario Nazionale di Forza Nuova; Francesco Venerando Mantegna, Coordinatore Nazionale de La Nuova Italia; Elvio Covino, Presidente Nazionale di Società e Famiglia; Paolo Deotto, Direttore di Riscossa Cristiana
denunciamo che a causa dell'anticipo delle elezioni nazionali al febbraio 2013, il restringimento a circa 30 giorni del termine di legge di 180 giorni per la raccolta delle firme a sostegno delle candidature (v. art. 14, comma 3, della L. 53/1990 - come sostituito dall'art. 1 L. 28 aprile 1998, n. 130 ed ulteriormente modificato dall'art. 4, comma 2, L. 30 aprile 1999, n. 120) rappresenta un atto eversivo che comporta una enorme discriminazione a vantaggio dei partiti politici già costituiti in gruppi parlamentari, che non sono gravati da tale onere, ed impedendo di fatto ai nuovi movimenti, rappresentativi della voglia di cambiamento, di presentarsi al giudizio degli elettori;
chiediamo perciò alle Istituzioni, ed in particolare al Presidente della Repubblica nella sua qualità di garante della Costituzione, che sia garantito il fondamentale diritto di tutti i cittadini di associarsi in partiti per concorrere alla determinazione della politica nazionale, a norma dell'art. 49 della Carta;
diamo appuntamento a tutti gli italiani che vogliono ribellarsi allo strapotere della partitocrazia a Roma, in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati, venerdì 14 dicembre ore 15:00 per far sentire la loro voce e manifestare per il ristabilimento del diritto e della democrazia in Italia.

giovedì 13 dicembre 2012

Mr Monti sfiduciato? No! E' stato uno scherzo!

Ammetto che c'ero cascato. Avevo creduto che (se non proprio la revoca, diciamo almeno) la"sospensione" dell'appoggio del Pdl a Mr Monti fosse reale. Avevo creduto che veramente gli dei avessero portato lo scompiglio nel campo dei nemici del popolo. 
Invece no, è stato solo uno scherzo.
Il tradimento perpetrato dai due maggiori partiti italiani, Pdl e Pd, prosegue come prima.
Dal sito www.repubblica.it:

Berlusconi insiste: "Monti si candidi a premier"

lunedì 10 dicembre 2012

L'ira funesta degli amici del maggiordomo.

Ora è la volta del sig. Bagnasco Angelo, sedicente cardinale, a vomitare rabbia per lo sgambetto al maggiordomo.
Da sempre esplicitamente in primissima linea, insieme ad un altro sedicente cardinale (il sig. Ratzinger Giuseppe), in difesa dei poteri bancari, il tuttologo della Cei non esita a spiegarci che cosa è bene per noi. Perchè lui ha le idee chiare, molto chiare.
Dal sito www.rainews24.rai.it:

"Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno". Lo afferma in una intervista al Corriere della Sera il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, esprimendo la sua preoccupazione "più grande" per "la tenuta del nostro Paese e la coesione sociale" e sottolineando che "cio' che lascia sbigottiti è l'irresponsabilità di chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia", confermando l'incapacità che i partiti hanno avuto "per troppo tempo di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia".
 Ora, aggiunge il presule, "il vento gelido dell'antipolitica, comunque si esprima, non va sottovalutato". Un anno fa, spiega l'arcivescovo di Genova, "il problema era mettere in sicurezza l'Italia in una crisi di sistema a lungo sottovalutata e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive.
 Il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose". E oggi, che bisogna "continuare a concentrarsi sui problemi prioritari dell'economia, sul modo di affrontare la drammatica questione del lavoro e sulla lotta alla corruzione", "sarebbe un errore non avvalersi di chi, come il premier, ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese". La scelta delle dimissioni, per il presidente dei vescovi italiani, "era una decisione forse inevitabile. Piuttosto di galleggiare è meglio un atto coraggioso".
Quanto è avvenuto, ragiona il cardinale Bagnasco, è la dimostrazione che la crisi non è solo economica e sociale ma anche "culturale e morale": "Per troppo tempi i partiti non sono stati in grado di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia".
La decisione di Monti di dimettersi? "Nello specifico - osserva Bagnasco -, piuttosto che galleggiare è meglio un atto coraggioso. Era una decisione, forse, inevitabile" ma "i grandi sacrifici che sono stati richiesti hanno il diritto di vedere frutti concreti oltre ad avere permesso di non cadere nel baratro del fallimento del sistema-Paese.
Inoltre è saggio tenere in seria considerazione l'autorevolezza che l'Italia ha acquisito in campo europeo e internazionale". Ma, avverte Bagnasco, "sarebbe un errore in futuro non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro paese in ambito europeo e internazionale evitando di scivolare in situazioni irreparabili".

domenica 9 dicembre 2012

Il maggiordomo e lo spiritello maligno.

Quello spiritello maligno del Berlusca fa lo sgambetto al maggiordomo, ed i banchieri passano alle minacce esplicite. Dal sito www.repubblica.it di pochi minuti fa:

L'Europa infuriata per la crisi italiana.
Schulz: Berlusconi minaccia stabilità Ue.
Il presidente del Parlamento europeo attacca il Cavaliere. E uno dei membri tedeschi della Bce lancia un monito all'Italia: "Chiunque governerà dopo le elezioni, dovrà proseguire sulla strada di Monti".

Strano che non minaccino anche di dichiararci guerra. Beh, ci starebbe, no??
Nel frattempo l'Uomo del Colle esce allo scoperto e dice chiaramente da chi prende ordini. Ancora dal sito www.repubblica.it:

Napolitano: "Vedremo risposta dei mercati".

Certo, dei mercati. Non del popolo "sovrano" o del Parlamento. Del tutto coerente per un uomo che disprezza sommamente la democrazia.
Beh, Silvio, grazie. Non credo che riuscirò a votarti, e non credo che questo gesto rialzi le sorti elettorali del Pdl. Ma, per quel che può contare, da oggi mi sei un po' meno antipatico.

venerdì 7 dicembre 2012

L'inesistente piano di Mr Monti

In attesa di sapere se veramente Sant'Ambrogio ci farà il miracolo di liberarci di Monti (mah... sembra troppo bello per essere vero...), rimango in tema proponendo un articolo, gustoso e drammaticamente realistico, dal sito Come Don Chisciotte:

L'inesistente piano per la ripresa di Mario Monti
di Antonio Miclavez  

Se andate al sito di Aljazeera, ascoltate l'intervista con Monti che si intitola: "Mario Monti: Italy is done with austerity" (video all'interno dell'articolo) che potrebbe significare o che l'Italia ha finito con l'Austerità, o piuttosto che l'Italia è finita a causa dell'austerità. Purtroppo la risposta giusta è la seconda. Ascoltare i primi 5 minuti dell'intervista. Il giornalista chiede a Monti che era andato a batter cassa nel Golfo: "Lei chiede che noi investiamo in un'Italia dal futuro roseo, ma adesso che ha creato l'austerity, è calato il denaro in circolazione, la gente è disoccupata... come farà a rilanciare l'economia? Qual'è il piano di rilancio dell'economia italiana?" Ed ecco come risponde un vero gentleman: " In quanto la ripresa prevedeva il primo periodo di austerity, l' austerity è parte integrante della ripresa e quindi l' austerity è LA ripresa !!"
Incorniciatevela nella toilette per momenti di stipsi grave; leggerla può aiutare. In pratica, Monti NON HA RISPOSTO, e così facendo ha risposto che il piano di ripresa non ce l'ha, altrimenti lo avrebbe esposto. Monti è un vero professionista della non comunicazione; se gli chiedessero come mai la Commissione Europea in cui aveva avuto un ruolo dirigenziale dal 1999 ha dovuto chiudere per ammanchi di cassa di 7.000 miliardi, se gli chiedessero dove sono spariti quei soldi dirà: ma volevamo rimetterli in circolazione!
Andate su Wikipedia e cercate "Santer Commission", vedete i 7.000 miliardi spariti; una commissione sulla commissione Santer, mandata a chiarire gli ammanchi , scrisse a un certo punto disperata a causa dei muri di gomma che si trovava di fronte: "It was becoming increasingly difficult to find anyone who had the slightest sense of responsibility." E così la fecero chiudere. Per proseguire con le indagini che però non ci furono, poiché arrivò Prodi a chiudere la vicenda in silenzio. "In response to the report, PES withdrew their support from the Commission[8] and joined the other groups stating that unless the Commission resigned of its own accord, it would be forced to do so.[11] So, on the night of March 15, Santer announced the mass resignation of his Commission." Ma mandare a casa i membri della Santer non era cosa facile: e giù tutto l'iter burocratico per cui i membri spendaccioni della commissione potevano esser richiamati solo dagli Stati che li avevano mandati a "lavorare"; gli Stati si rifiutavano di farli rientrare, così .... la Commissione fu forzata a sciogliersi, e i 7000 miliardi non si sa dove siano finiti. Responsabile: nessuno. Mario Monti commentò che la commissione si sciolse per colpa di qualcuno che non voleva assumersi le proprie colpe, ma pare che questa fosse la tesi anche degli altri componenti dell'allegro gruppo. Allegherei il fascicolo sulla Commissione Santers che fu pubblicato dopo 8 mesi di indagini, ma mi pare che non si possano fare allegati; non è stato facile trovarlo; lo danno sparito da più siti, ma se cercate lo trovate.
Guardate che bel titolo: "Allegations regarding Fraud, Mismanagment and nepotism in the European Commission". E si commenta in fondo nelle conclusioni "nessun membro poteva essere all'oscuro di ciò che è accaduto". E quindi neanche il Prof. Monti. Oddio, finché metto al posto della mia segretaria mia cugina, che magari è gnocca, chi se ne frega, ma SPARIRONO 7.000 MILIARDI di lire !!!!! Così come stanno sparendo i beni degli italiani e dell'Italia; Monti sa come si fa; dopotutto alla Bocconi sono i maghi della finanza creativa. Ma a parte qualche fatto passato non molto chiaro, MONTI NON HA IL PIANO DI RIPRESA !!!!!
L'unico piano di ripresa è l'Austerity in quanto, lo ha detto in tv nel filmato sopra, "L'austerity è LA ripresa". Se invece vogliamo la ripresa vera, cacciamo questi sicari della finanza, nazionalizziamo le banche, ricusiamo il debito pubblico. O congeliamolo per 5 anni a interessi zero, poi si vedrà. Magari altri 5 o 10 anni, finché non ci siamo ripresi. Se il piano di ripresa lo avesse, Monti lo avrebbe detto, ma con la gente a le aziende a terra come cazzo la si fa la ripresa adesso? Dai Prof Monti, Lei che ha studiato ci dica come si fa adesso che ci ha distrutti per benino. Ma forse parlava di ripresa bancaria, e allor tutto diventa chiaro. L'avevo sempre sospettato, ma c'è qualcuno che crede ancora ai giornali.
Come il mio amico carissimo ing Sandro Turello di Trieste che dice che Monti ha migliorato l'immagine dell'Italia: ha migliorato l'immagine agli occhi degli speculatori di borsa, del Wall Street Journal, dei banchieri che vedono ancora grasse vacche da mungere. Ma l'immagine vera dell'Italia ce la facciamo con il Parmigiano che viene solo da noi, con la burrata pugliese che a NY costa un occhio della testa, con i vestiti di marca, con le musiche di Morricone, con Fellini... Insomma, col made in Italy. Il resto è foffa, truffa, fumo. Abbasso le banche, viva l'economia.
E come diceva Cicerone alla fine di ogni discorso, anche noi dovremmo chiudere ogni email con: "Ceterum censeo Bancam delenda est". Ovvero, finchè non è distrutto questo sistema bancario (e il sud america ci dimostra che è fattibile), non ne usciamo vivi.

ps dimenticavo: magari qualcuno sa il piano di ripresa di Monti ??? Per piacere ce lo dica.....

giovedì 6 dicembre 2012

Strane censure su Goldman Sachs...

Strane censure.
Dal sito finance.yahoo.com:

Vietato porsi domande sulla Goldman Sachs e le sue mosse che vuotano i nostri portafogli

La notizia è di qualche giorno fa e desta preoccupazioni: il Tribunale dell'Unione europea ha dato ragione alla Banca Centrale Europea che si era opposta alla divulgazione di alcuni documenti ad un giornalista di Bloomberg sulla situazione economica della Grecia.
Il motivo adottato dalla Corte di Giustizia è stato il seguente: il diritto di accesso alle informazioni concernenti la Bce "non può minare la tutela dell’interesse pubblico della politica economica dell’Ue e della Grecia".
Il fatto risale ad agosto 2010, quando Gabi Thesing, giornalista del quotidiano economico, chiese alla Bce l'accesso a due documenti: "Impatto su deficit e debito pubblici degli swap negoziati fuori borsa. Il caso della Grecia" e "Operazione Titlos e la possibile esistenza di operazioni analoghe con impatto sui livelli di debito e deficit pubblici della zona euro".
La possibilità di consultare tali files venne negata alla giornalista per garantire la tutela dell'interesse pubblico sulla politica economica europea e greca. Una motivazione che non convinse la giornalista, decisa ad impugnare il ricorso davanti la Corte Europea di Giustizia.
E qualche giorno fa il responso che ha respinto il ricorso della cronista, ricordando come in quell'anno i mercati finanziari europei vertevano in una difficile e vulnerabile situazione proprio a causa del rischio default greco. La Bce, secondo il Tribunale, può quindi rifiutare l'accesso a un documento, quando "la sua divulgazione arrechi in particolare pregiudizio alla tutela dell'interesse pubblico", nonostante la premessa che "qualsiasi cittadino dell'Unione e qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro ha un diritto d'accesso ai documenti della Banca Centrale europea".
Secondo il Guardian, questa storica sentenza nega ai contribuenti europei il diritto di sapere se i funzionari dell'Ue erano a conoscenza di irregolarità nei conti nazionali della Grecia prima del 2009, "costringendoli" oggi a pagare il conto per il salvataggio di Atene.
Una situazione che secondo Georg Erber, specialista di regolamentazione dei mercati finanziari presso il German Institute for Economic Research, era già nota da tempo: "I tribunali modificano i regolamenti per legalizzare le politiche delle istituzioni europee e contribuire a garantirne stabilità. Tutto ciò  - continua - rivela implicitamente che l'Unione europea era ben informata di quanto stava accadendo e non ha preso provvedimenti per evitare la crisi".
Secondo Erber, ma anche secondo Bloomberg, la Bce è quindi in possesso di alcuni documenti legati alle transizioni del 2001 che con l'appoggio di Goldman Sachs e di altre banche hanno nascosto fino al 2010 la reale portata del debito greco.
In particolare, la situazione degli swap fuori mercato che avrebbero permesso al Paese di aumentare il debito di 5,3 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi presi in prestito nel 2001 proprio da Goldman Sachs.

lunedì 26 novembre 2012

"Il vostro nemico è Mario Monti".

Articolo di Edoardo Capuano di alcuni giorni or sono, ma che non ha certo perso la sua attualità!

Secondo Daniel Estulin il posto giusto per Mario Monti è la galera

«Il vostro nemico è Mario Monti. È un traditore della nazione italiana, dovrebbe essere messo in prigione». Parola di Daniel Estulin, giornalista russo di origine lituana, autore del dirompente saggio sull’oscura influenza del Gruppo Bilderberg nella politica economica mondiale. La clamorosa denuncia di Estulin, introdotto dal blogger Claudio Messora, autore di “Byoblu”, è andata in onda – clamorosamente – su RaiDue il 26 ottobre 2012, grazie all’info-talk “L’ultima parola”, condotto da Gianluigi Paragone.
Una puntata interamente concentrata sul nodo della sovranità monetaria, la cui “amputazione” imprigiona gli Stati dell’Eurozona al giogo del debito pubblico. Servizi dal meeting di Rimini sulla Modern Money Theory, con interviste a Paolo Barnard e Warren Mosler. In studio, Giorgio Cremaschi attacca: «Soffriamo per i trattati-capestro varati da Bruxelles: perché in Italia non c’è mai stato un referendum che li convalidasse?». Rincara la dose l’economista Giulio Sapelli: «È ora di dire la verità alla gente: possiamo votare solo per il Parlamento Europeo, che non conta niente».
Risultato: fine della democrazia reale, per sopraggiunta impossibilità di decidere. Con buona pace dei nostri inutili politici e di un Parlamento ormai esautorato. Stabilisce tutto Bruxelles, a monte dei cittadini-elettori, lasciando allo Stato il triste compito di fare da notaio del disastro, nonché da spietato esattore. «Stiamo vivendo la crisi finanziaria più terribile di tutta la storia dell’umanità», sostiene Estulin, nipote di un colonnello del Kgb.
Il padre dell’autore russo era invece un dissidente, imprigionato e torturato per il suo impegno a favore della libertà di espressione in Unione Sovietica. Fuggito dapprima in Canada, Daniel Estulin vive ora in Spagna. La prima edizione del suo libro-denuncia sulla cupola della finanza mondiale risale al 2005 ed è stata citata anche da Fidel Castro.
«Si tratta di una crisi che riguarda miliardi e miliardi di dollari che non potranno mai essere ripagati», dichiara Estulin su RaiDue in seconda serata: «Qualunque governo che cercherà di ripagare questo debito distruggerà il proprio paese».
Tutto quello che finora si è cercato di fare, aggiunge lo scrittore russo, è stato obbligare i cittadini a pagare il debito pubblico, gonfiato dagli interessi usurai della finanza internazionale e aggravato, nell’Eurozona, dall’impossibilità di ricorrere – a costo zero – all’ossigeno della moneta sovrana.
«Dal momento che noi non possiamo pagare, e non può pagare neanche il governo – continua Estulin – allora ci si rivolge alle istituzioni finanziarie internazionali: il che significa che chiunque cercherà di far questo distruggerà il suo paese». Quindi l’affondo contro il premier “tecnico” italiano, che proviene dalla Goldman Sachs e dallo stesso Bilderberg: «In Italia, persone come Mario Monti, che sanno esattamente quello che sta succedendo nel mondo, distruggeranno l’Italia apposta». Di qui l’accusa di alto tradimento, crimine che andrebbe punito con il carcere.
Niente di nuovo sotto il sole, aggiunge Estulin: «Se ne parlò già nel 1968 alla conferenza Bilderberg in Canada, dove si disse che non era più possibile avere fiducia negli Stati-nazione e sperare che facessero il “lavoro sporco” delle grandi corporations». Troppi rischi: la democrazia può allevare politici onesti. Tanto vale “spegnerla”, e commissariare – di fatto – gli Stati democratici, revocando la loro sovranità. «Qui si vuole creare un’unica azienda globale a responsabilità limitata – dice Estulin nello studio di RaiDue – perché le aziende hanno molto più potere di qualsiasi altro governo al mondo.
E creature come Mario Monti sono, semplicemente, il sottoprodotto di questo sistema». E quindi, attenzione: «Se non ci liberiamo da questo cancro, saremo di fronte alla più terribile crisi dell’umanità. Siamo alla svolta della storia, e la strada che prenderemo adesso deciderà il futuro dell’umanità». Tesi estreme? «L’importante è non averne paura – chiosa Paragone – e trovare il coraggio di affrontarle e discuterle».

"Hanno manipolato il mercato", rinviate a giudizio le agenzie di rating.

La Procura di Trani, al termine di un'indagine di straordinaria importanza, chiede il rinvio a giudizio dei vertici di Standard & Poor e di Fitch.
Il commento dell'avv. Paola Musu dal sito www.cagliaripad.it:

Il rinvio a giudizio per i responsabili delle agenzie Standard & Poor e Fitch, diffuso stamane dopo le accuse del Pm Ruggero della procura di Trani, non può che rappresentare una piccola boccata di ossigeno per chi, da tempo, grida allo scandalo per l'immobilismo delle istituzioni tutte, dinnanzi ad una condizione di vero e proprio stato di guerra  in cui i politici, non solo italiani, hanno fatto precipitare gli Stati, divenendo complici della consegna dei propri cittadini e delle loro sorti nelle mani di speculatori senza scrupoli che, di fatto, hanno in mano la gestione dei mercati e degli Stati stessi, oramai trasformati nell'equivalente, in fatto ed in diritto, di società per azioni quotate.Qualche spiraglio, finalmente, sembra muoversi e non solo qui, ma anche oltre oceano. E' del luglio scorso (fonte: washingtontimes.com) la notizia dell'approvazione, da parte della Camera del Congresso americano (238 voti a favore dei repubblicani e 89 dei democratici), con il repubblicano Ron Paul come massimo promotore, di un provvedimento avente ad oggetto il controllo contabile integrale delle operazioni della FED in particolare in materia di politica monetaria. Ed è del 4 settembre scorso (fonte: wordpress.com) la notizia dei primi risultati di tale controllo, i quali hanno evidenziato come tra il dicembre 2007 ed il giugno 2010 la Federal Reserve ha segretamente elargito circa 16 trilioni di dollari, a tasso zero, e praticamente a fondo perduto, posto che pare che neanche un centesimo di queste somme sia stato restituito, per il salvataggio di numerose banche di diversi stati del mondo, oltre che statunitensi, ivi incluse le famigerate Goldman Sachs e Morgan Stanley, oltre a Citigroup, Deutsche Bank, German Bank, Royal Bank of Scotland, UBS, Jp Morgan, BNP Paribas, Barclays PLC, Credit Suisse.
Ma anche a favore di semplici società per azioni sparse un po’ dappertutto. Considerato che l'intero debito degli Usa nell'arco dei suoi oltre 200 anni di storia è di circa 14,5 trilioni di dollari, le somme che la FED si è permessa di erogare   superano abbondantemente lo stesso debito Usa. Molti dei soggetti salvati, inoltre, annoverano nei loro consigli di amministrazione, e spesso a capo degli stessi, persone contestualmente presenti nel board della FED, ciò in un evidente e manifesto conflitto di interessi (fonte: Sanders.senate.gov, sito ufficiale del senatore Sanders US Senate).A questo punto, che l'azione del Pm Ruggero sia l'inizio di qualcosa di più grande, che possa restituire dignità all'Italia ed ai suoi cittadini ed, insieme, a tutti i popoli d'Europa. Al Pm di Trani il mio più grande e sentito appoggio.

sabato 24 novembre 2012

Bilderberg II

...e dal sito www.investireoggi.it:

Che ci fa il Club Bilderberg a Roma? Alcune strane coincidenze
A un anno esatto dalla nascita del governo Monti, il Bilderberg si è riunito a Roma. All'incontro di ieri era presente mezzo esecutivo.
Si è tenuta ieri a Roma, all’Hotel De Russie, in via del Babuino, una riunione del Comitato Bilderberg, il famoso club esclusivo dei gotha della finanza e dei potenti del pianeta, che ha formalmente sede in Olanda, ma che tiene i suoi incontri in località differenti del Vecchio Continente e ogni quattro anni negli USA.
L’ultimo incontro si era tenuto a Chantily, una piccola cittadina nei pressi di Washington, nel mese di luglio. Ricordiamo che si accede ai vertici solo per invito, trattandosi di incontri molto riservati nei contenuti e per i protagonisti.
Ma ciò che colpisce di questo incontro di ieri è che il Comitato abbia deciso di tenerlo in una località certamente non secondaria e, peraltro, in un albergo assediato in questi giorni dai giornalisti per il Festival del Cinema. Altro dato: il vertice avviene esattamente a un anno dall’arrivo al potere in Italia di Mario Monti, che subentra come premier all’uscente Silvio Berlusconi, costretto alle dimissioni dalle pressioni dei mercati internazionali e sollecitato in tal senso dal presidente Giorgio Napolitano.
Pare che l’oggetto della discussione sarebbe stato lo scenario degli stati commissariati dall’Unione Europea, tra cui l’Italia. Parliamo anche di Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda. E a luglio, invece, pare che si sia parlato del destino degli USA, che guarda caso sono andati al voto per le presidenziali giusto una settimana fa.
Invitati Club Bilderberg: tra i nomi eccellenti spiccano Elsa Fornero, Corrado Passera, Paola Severino, Francesco ProfumoAnche i nomi degli invitati, per quanto alcuni di essi non siano certi, fanno discutere, perché compare mezzo governo e parte determinante della macchina mediatico-politica, che un anno fa volle Monti a Palazzo Chigi. Oltre allo stesso presidente del consiglio (non c’era bisogno di dirlo!), sarebbero stati invitati anche il governatore della BCE, Mario Draghi, il quale, tuttavia, avrebbe declinato l’invito per evitare strumentalizzazioni, inviando un comunicato in cui si garantiva di seguire i lavori da Francoforte. Presenti probabili i ministri Elsa Fornero (ripresa in una foto all’arrivo), Corrado Passera, Paola Severino, Francesco Profumo, mentre il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri avrebbe declinato l’invito.
Tra gli altri nomi spiccano Giuliano Amato, in qualità di presidente della Treccani, Emma Bonino, l’ad Ferrovie Mauro Moretti, l’ad Mediobanca Alberto Nagel, Angelo Cardani presidente dell’Agcom, l’ad Unicredit Federico Ghizzoni, l’ad Intesa Enrico Cucchiani, l’ad Enel Fulvio Conti, la presidente Rai Anna Maria Tarantola, il presidente Cir Rodolfo De Benedetti, il giornalista La7 Enrico Mentana (ha smentito), il presidente Telecom Italia Franco Bernabè, la giornalista Lilli Gruber, il PD Enrico Letta e il giornalista Ferruccio De Bortoli.
Club Bilderberg tra complottismo e oggettive “coincidenze”Vale la pena precisare che l’essere invitati dal Comitato Bilderberg a un qualche incontro non autorizza nessuno a sostenere che quella persona sia membro attivo di un qualche complotto internazionale ai danni di qualcuno o qualcosa. A dire il vero su Bilderberg si è detto e scritto tantissimo, ma senza mai avere fornito prove delle sue presunte interferenze nella sfera politica, mediatica e finanziaria del pianeta.
Tuttavia, impressionano alcune “coincidenze” a dir poco sospette. La prima: si vociferò nell’estate del 2011 che il Comitato si riunì in Francia per discutere della caduta del governo Berlusconi e l’assunzione della premiership da parte dell’economista Goldman Sachs, Mario Monti. In sole due settimane, la BCE e i governi di Roma e Atene furono nelle mani di tre esponenti della banca americana, rispettivamente Mario Draghi, Mario Monti e Lucas Papademos.
A un anno esatto dall’investitura di Monti a Palazzo Chigi, il Comitato si riunisce a Roma, dove più che nascondere la propria assise ristretta, pare al contrario ostentarla. E questo dopo che gli indignados americani protestarono vivacemente contro l’incontro di Chantily, davanti alla sede in cui avvenne a luglio. Forse che gli uomini di Bildenberg non abbiano volutamente cercato di sfoggiare il loro potere in una ricorrenza tanto simbolica per la loro comunità?
E ancora: di cos’altro avranno discusso sui destini dei Piigs, dopo avere piazzato (stando alla ricostruzione complottista) un loro uomo a Roma? Avranno tentato di ridisegnare lo scenario politico-mediatico dei prossimi mesi o anni in Italia?
Una cosa è certa. Avessero pure parlato del sesso degli angeli, non lo sapremmo mai, visto che i protagonisti del vertice segreto sono proprio i più importanti rappresentanti del mondo politico, istituzionale, industrial-finanziario e mediatico italiano.

Bilderberg I

Considerazioni e riflessioni sulla recente riunione del Club Bilderberg a Roma.
Dal sito www.liberoquotidiano.it:

Monti festeggia un anno da premier: a cena con gli amici massoni. Tra imbarazzi e silenzi, mezzo governo è andato al summit del gruppo Bilderberg, di Brunella Bolloli.
Attovagliati con vista mozzafiato sui tetti di Roma, i potenti del mondo hanno brindato ai loro affari e, forse, anche a un anno di governo Monti. Più che una cena sembrava un consiglio di amministrazione  con i big della finanza, dell’imprenditoria e dell’industria venuti apposta nella Città Eterna per decidere le sorti dell’Europa (chi commissariare e chi no) e dell’Italia in particolare. Sessione straordinaria dell’esclusivo club Bilderberg, conclave dei grandi e potenti uomini d’affari che ogni anno, dal 1954, sceglie una località per i suoi meeting internazionali. Più che una loggia una lobby, anche se i maligni ironizzano su grembiulini (come nella massoneria) e burattinai occulti, forse perché il club è protetto da una massiccia e impenetrabile cortina di mistero e i temi trattati riguardano i destini del pianeta. Gli aderenti sono gli unici a conoscere date e luoghi dei summit, comunicare con la stampa è vietato. Sarà per questo che avere conferma della partecipazione del nostro premier, Mario Monti, è un’impresa. Dopo una giornata di rimpalli e silenzi, alla fine da Palazzo Chigi arriva la conferma: il premier è andato alla cena e ha tenuto una breve relazione (“speach”) sulle questioni economiche e i temi dell’eurozona. Il nostro premier è uno dei pochi italiani ammessi al Bilderberg. Figura negli elenchi da quando era docente di Economia alla Bocconi, poi Commissario europeo (una volta è andata anche Emma Bonino ma ora non più), da rettore ed è rimasto da premier. Anzi. Pare che Super Mario non si perda una riunione del prestigioso consesso. È sulla lista Bilderberg da protagonista. Al pari di Paolo Scaroni, Ad di Eni e soprattutto di Franco Bernabè, presidente della Telecom Italia e gran cerimoniere della tre giorni romana. È targata Telecom, infatti, la regia dell’evento con cena da mille euro a testa sulla Terrazza Caffarelli preceduta da una visita guidata ai Musei capitolini, per l’occasione chiusi al pubblico nell’ala del Palazzo dei Conservatori.
E, del resto, quando ricapita di avere in Italia i pezzi da novanta del business internazionale? Il sobrio Monti, che ieri ha ricevuto Cameron e ha parlato al telefono con Obama, deve averne approfittato per festeggiare il suo primo anno al governo. Invito esteso alla sua squadra di ministri, sebbene trovarne uno che dica «sì, ci vado» è impossibile. Perché la regola aurea è che l’invito al Bilderberg non si smentisce mai né si conferma, ma il «no comment» è assertivo. A parte, dunque, Enrico Mentana, che ha smentito di esserci, l’elenco comprende: Lilli Gruber ed Enrico Letta (forse sono andati insieme alla cena dopo Otto e mezzo), Rodolfo De Benedetti di Cir, Alberto Nagel di Mediobanca, Mauro Moretti delle Ferrovie, Fulvio Conti, Angelo Cardani, Enrico Cucchiani di Intesa, la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, Gabriele Galateri e altri, circa un centinaio di persone. Perché oltre ai big italiani la lista dei super potenti comprende: Tom Enders, ceo della Eads, Marcus Agius di Barclays, il canadese Edmund Clark boss della Td Bank, Kenneth Jacobs numero uno di Lazard e pure l’americano capo dell’Alcoa Klaus Kleinfeld, che spera di non essere contestato dopo la chiusura dell’impianto in Sardegna. Perché è ovvio che tra i nostri rappresentanti del governo e i super boss stranieri ci sono parecchie questioni da discutere, sulla pelle degli italiani. Conflitto di interesse per Monti? Di sicuro Francesco Storace, leader della Destra, è categorico: «Il premier non vada alla riunione di Bilderberg». Critica anche Giorgia Meloni. Blitz dei ragazzi della Giovane Italia fuori dall’Hotel de Russie: «Vogliamo sapere perché 130 personalità influenti si accordino per decidere le sorti degli stati. Monti ha il dovere morale di riferire il Parlamento sugli esiti di questo incontro, perché è una vergogna che un premier partecipi a riunioni segrete, nelle quali si influenzano i futuri dei popoli a guadagno della tecnocrazia e della finanza». E dopo la cena, oggi riunione segretissima. Top secret anche quella.

lunedì 12 novembre 2012

Un'altra sigla agghiacciante: Jrrf.

Articolo dal sito www.antimperialista.it in cui, accanto ad un'analisi della dipendenza dell'Italia dalla NATO, si incomincia a parlare di Jrrf.

 

L'ipoteca militare sul bilancio dello Stato ed il protettorato Nato sull'Italia



A dare retta ai telegiornali ed ai quotidiani, sembrerebbe che la gara fra Bersani e Renzi sia storicamente più decisiva dello scontro fra Cesare e Pompeo.

Quanto poi una maggioranza parlamentare o l'altra siano in grado di cambiare realmente qualcosa, lo si è potuto accertare nei giorni scorsi, quando il generale De Bertolis ha tranquillamente ammesso di aver dato numeri falsi alla Camera a proposito del costo dei caccia F-35. Rispetto agli ottanta milioni di euro ad aereo che erano stati annunciati, già si prospetta un "ritocco" a centoventisette milioni cadauno, anche se il generale promette che dopo il cinquantacinquesimo esemplare i costi scenderanno a sessanta milioni. Un affare.
Il parlamento ha finto ancora una volta di crederci. Si potrebbe giustamente osservare che in materia di spese militari il parlamento si è sempre lasciato prendere in giro senza protestare, e che basi militari USA e NATO sono sorte senza neppure avvertire lo stesso parlamento. Tutto vero, ma ciò non toglie che la vicenda degli F-35 rappresenti quello che negli anni '70, con reminiscenze hegeliane, si soleva chiamare un "salto di qualità".
Negli stessi giorni in cui Bersani va predicando che bisogna far tutto rispettando i famosi "saldi", fa comunque un po' di impressione sapere che il bilancio dello Stato ha al suo interno una sorta di buco nero istituzionalizzato, vincolato a sua volta a quel feticcio indiscutibile costituito dagli "obblighi NATO". Nessuno è oggi in grado di dire quanto costeranno effettivamente gli F-35 e ciò, di conseguenza, rende ogni Legge di Stabilità finanziaria una mera finzione. Finché il pareggio di bilancio non era stato recepito come principio costituzionale, il lievitare incontrollabile delle spese militari poteva essere inquadrato nell'andazzo generale, ma adesso assume il tono di un macabro sberleffo.
Ma, a quanto pare, di sberleffi ce ne sono anche per ciò che riguarda l'aspetto industriale della faccenda. Al progetto FACO per l'assemblaggio degli F-35, con stabilimento a Cameri in provincia di Novara, partecipano aziende di vari Paesi "alleati" degli USA, tra cui anche Finmeccanica, il cui titolo azionario nei mesi scorsi era lievitato in vista di questa orgia di appalti. Nel novembre del 2010 il sottosegretario alla Difesa, Crosetto, era andato negli USA a fare il duro nel negoziato per la distribuzione degli appalti, peraltro senza ricevere risposte né dal sottosegretario americano alla Difesa, Carter, né dai funzionari della multinazionale Lockheed Martin, che è la vera proprietaria del progetto per gli F-35. Proprio pochi mesi fa, Carter ha fatto sapere che per la distribuzione degli appalti se la vedrà direttamente la dirigenza Lockheed Martin, quindi per gli altri rimarrebbero solo le briciole.
 Finmeccanica inoltre è appena finita sotto inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale, perciò i suoi margini di manovra nel negoziato con Lockheed Martin si sono ridotti a meno di zero. La tempestività di queste inchieste giudiziarie, sempre funzionali ad interessi di marca USA, potrebbe lasciare perplesso anche chi non dubita affatto che, quanto a delinquenza, i dirigenti di Finmeccanica non abbiano nulla da invidiare neppure a Sallusti. Nessun magistrato è in grado di farsi da sé le indagini, perciò in definitiva egli dipende da ciò che gli viene fatto arrivare sul tavolo; e questa realtà, da sola, senza neppure il bisogno di ulteriori sospetti, dovrebbe essere sufficiente a smontare del tutto il mito della magistratura.
L'ipoteca militare sul bilancio dello Stato è diventata una tutela militare sullo Stato. E in Italia dire "militare", è come dire NATO. Che l'Italia sia ormai un protettorato della NATO viene solennemente annunciato persino dal sito dell'Esercito. Una notizia del 20 ottobre scorso, rilanciata dalla ADN-Kronos, ci mette a conoscenza della conclusione di un'esercitazione effettuata in Sicilia:
"Presso la base addestrativa di Piazza Armerina (Enna), si è conclusa l'esercitazione ''Eagle's Beak 2012'' che ha visto impegnati il Comando della Brigata meccanizzata ''Aosta'' e i reparti dipendenti.
Scopo dell'esercitazione, spiega l'Esercito sul suo sito, è stato quello di ''addestrare all'applicazione delle procedure Nato e nazionali lo Stato Maggiore e i quadri delle unità, sia dipendenti sia in concorso, che costituiranno il ''capability basket'' della Jrrf, Joint Rapid Response Force della Nato nel primo semestre 2013''. Il pacchetto di capacità Jrrf è costituito da ''un bacino di unità interforze ad alta e altissima prontezza operativa, posto alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, da cui attingere per garantire una risposta rapida alle esigenze di sicurezza nazionale e internazionale, il cui addestramento è incentrato sulla capacità di operare in ambiente interforze ('joint') caratterizzato da possibili episodi di combattimento ad alta intensità''. A parte la solita spacconeria del gergo militare, risulta chiaro che questo Jrrf rappresenta un "pacchetto" di forze militari straniere che potrebbero intervenire in Italia in qualsiasi momento e con qualsiasi pretesto; per di più alle dipendenze dirette dello Stato Maggiore. Intanto la Sicilia è diventata a tutti gli effetti un poligono militare, e ciò spiega come mai l'aeroporto civile di Fontanarossa venga continuamente chiuso con i più vari pretesti, ed anche perché l'aeroporto civile costruito nella ex (ex?) base NATO di Comiso non riesca ancora a partire.
Stando così le cose, cambiare il Presidente del Consiglio non servirà a molto.

Ennesima mostruosità: il MUOS.

Articolo di Pietrangelo Buttafuoco dal sito www.ilfoglio.it:

Breve ma veridica storia del Muos. Il Mobile User Objective System è un potentissimo sistema di comunicazione militare di ultima generazione messo a punto dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Una centrale Muos è in costruzione proprio nella riserva naturale “Sugherata” di Niscemi in provincia di Caltanissetta. In Sicilia, dunque. L’impianto sarebbe costituito da torri radio e antenne dal diametro di 18,4 metri e dall’altezza di 149 e servirà a gestire centri d’intelligence, radar, velivoli senza pilota, missili da crociera, cacciabombardieri e altri strumenti di guerra non guerreggiata. Proprietà degli Stati Uniti naturalmente.
Il Muos nasce da un patto bilaterale tra Italia e Usa del 2001 con il governo Berlusconi, ratificato nel 2006 dal governo Prodi che ha dato mandato alla regione siciliana di occuparsi dei nulla-osta necessari a un’area in cui vige l’assoluto divieto di edificazione. Il Muos è una mostruosità; è pericoloso per l’ambiente ed è pericoloso per la salute dell’uomo. Ma, soprattutto, completa la colonizzazione militare americana della Sicilia, sarà lo strumento con cui si condurranno le future operazioni di guerra, quelle che avranno come protagonisti gli aerei senza pilota e i missili telecomandati a distanza, che partiranno in buona parte dalla grande base aerea siciliana di Sigonella.
Il 6 ottobre scorso nel pieno delle proteste dei cittadini di Niscemi, la procura di Caltagirone aveva ordinato il sequestro dei cantieri dei lavori del Muos per violazione delle norme ambientali. Però, giusto qualche giorno fa, il tribunale della Libertà di Catania ha annullato il decreto e ha dato di nuovo il via ai lavori.
Il progettino innocente degli Usa comprende quattro impianti Muos in tutto il mondo. Uno in Australia, uno in Virginia, uno nelle isole Hawaii e uno in Sicilia, appunto. A parte Niscemi, le altre tre basi sono dislocate in zone desertiche.
Dalla Sicilia sono passati in tanti e tutti dovranno passarci. I greci vi hanno inventato la dialettica, i latini vi hanno ambientato il mito, gli arabi i colori e la conversazione, i Normanni la grandezza. Gli americani no, loro nella Sicilia ci vedono solo un deserto. Unici a non ascoltare e capire la ninfa Aretusa: “Sicaniam peregrina colo, sed gratior omni haec mihi terra solo est”. La Sicilia la abito da straniera, ma mi è più cara di qualunque altra terra. Detto ciò, non c’è giornale in Italia che racconti la storia del Muos.

sabato 3 novembre 2012

Recensione dell'ultimo libro di Ida Magli.

Nel blog abbiamo già parlato dell'ultimo libro di Ida Magli, "Dopo l'Occiente".
Torno ora sul tema per postare la recensione scritta da Ario Corapi, da www.bdtorino.net:

"Dopo l'Occidente" di Ida Magli - Recensione
Quando la storia la fa da maestra 
Crisi di identità, declino culturale e previsioni sul futuro del Vecchio Continente messi in luce dall'antropologa romana 
 
Può capitare spesso di entrare in una qualsiasi libreria per guardare i vari libri situati sugli scaffali e non si può fare a meno di notare il fatto come di questi tempi gli scaffali siano pieni di libri che trattano i temi principali della crisi politica ed economica dell'Europa, della crisi culturale dell'Occidente e degli altri micro-temi ad essi collegati, tuttavia ben pochi saggisti affrontano i seguenti temi senza basarsi esclusivamente sui numeri e sulle date, ma attuando anche delle profonde riflessioni e l'antropologa Ida Magli è una di questi.
Nel suo libro, l'antropologa romana non solo rivolge una forte invettiva contro la classe dei governanti europei degli ultimi anni, ma lancia anche un altrettanto forte grido di allarme sul futuro del Vecchio Continente avvalendosi di elementi antropologici, geopolitici ed economici.
Un libro completo e dai contenuti esaustivi, forse un po' troppo addentrato nella materia antropologica e di conseguenza un po' complicato da capire per chi non è esperto in materia, compensato però da un registro accessibile e da uno stile discorsivo decisamente scorrevole.
A livello di contenuti, l'autrice parte dalle radici profonde della cultura europea descrivendo tutto il percorso intrapreso dall'antichità ad oggi ed evidenziando gli aspetti che hanno irrimediabilmente portato al declino, essa sintetizza questo capitolo - enunciato nella prima parte del libro – con il titolo “La Bellezza non ci ha salvato” riferendosi appunto a quella forza vitale tipica dei popoli europei (con particolare riferimento alle radici greco-romane dell'Europa) che ne ha innescato il motore della crescita culturale fino ad individuare i mali (o virus, se vogliamo) responsabili della decadenza.
Ossia, il Cristianesimo inteso non come la parola e la missione di Gesù Cristo ma come l'istituzione della Chiesa in quanto fondata sul dogma, sui tabù ed incapace di difendere la storia, l'arte e la tradizione europea, l'avvento della Società dei Diritti che con la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo nel 1789 ha generato quell'individualismo e quel materialismo responsabili della corruzione morale della società europea ed infine il virus del politicamente corretto (politically correct) forma di comunicazione sociale culturalmente americana del tutto estranea al modo di pensare astratto e variegato tipico dei popoli europei che ha portato all'omologazione del pensiero e alla morte culturale del Vecchio Continente.
Secondo l'autrice, oggi appunto ci ritroviamo a vivere l'Era post-europea (o meglio l'Era della Bruttezza) per il posto sempre meno rilevante che l'Europa occupa nella geografia mondiale – pur essendo la culla della cultura moderna - e in quanto sempre più succube di un'altra potenza mondiale, gli Stati Uniti d'America, che si appresta ormai ad un lungo ed inesorabile declino.
Non è difficile ipotizzare quale sarà il Prossimo Ordine Mondiale tra 20-30 anni, infatti pur non accennando minimamente al cosiddetto BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) come prossimo ordine mondiale, l'autrice individua nella Russia quell'entità geografica, culturale e politica – non europea dal punto di vista geografico, ma comunque molto influenzata dalla cultura europea - in grado di occupare un posto rilevante nella storia futura e di preservare (seppur in forma minima) la storia e della tradizione del Vecchio Continente.
La Russia avrà a suo favore una superficie di 17 milioni di km quadrati e una densità di 8 abitanti per km quadrato, quindi uno spazio infinito da sfruttare, e inoltre per quanto i secoli di oscurantismo e di immobilismo, causati prima della supremazia della Chiesa Ortodossa e poi dai 70 anni di Unione Sovietica, in passato abbiano rappresentato per la Russia un freno, in futuro si riveleranno una “marcia in più” per il semplice fatto che i popoli russi sono rimasti e sono tuttora immuni culturalmente da dogmi, tabù, forme di individualismo culturale ed egoismo sociale e mentalità politically correct.

martedì 30 ottobre 2012

Eutanasia americana.

Riprendiamo la pubblicazione di notiziole di cronaca. Ovviamente, ciascuno giudichi da sè.
Da affaritaliani.libero.it:

Tragedia negli Stati Uniti. Un ragazzo di 16 anni minacciava di suicidarsi, quando è stato ucciso da un cecchino della polizia, intervenuta su chiamata della madre. Andrew Messina, residente a Cherokee County, in Georgia (Stati Uniti), era in crisi per aver preso un brutto voto a scuola. Tornato a casa, si era barricato nella sua cameretta e minacciava di spararsi con la pistola del padre.
La madre non sapeva come fermarlo e così ha pensato di chiedere aiuto agli agenti di polizia. Quando il ragazzo ha visto arrivare un furgone pieno di swat e un cecchino, la situazione è precipitata. Preso dal panico e dallo spavento, Andrew ha rotto il vetro della finestra, forse per fuggire. E' stato proprio in quel momento che un proiettile, sparato dal fucile di precisone di un poliziotto, lo ha raggiunto senza lasciargli scampo.
Sotto choc i suoi genitori, che hanno annunciato di voler avviare una pratica legale nei confronti della polizia della Georgia, anche se Jason Yarbrough, l'uomo che ha premuto l grilletto, non verrà perseguito penalmente. Sul web sono in molti a chiedere giustizia, come il gruppo Facebook "Justice for Andrew Messina". E intanto è polemica negli Stati Uniti per l'ennesimo caso di eccesso di reazione da parte della polizia.
Due i precedenti recenti. Il primo luglio 6 agenti della polizia di Saginaw in Michigan hanno crivellato con 46 colpi esplosi in rapida successione, Milton Hall, 49 anni, afroamericano con problemi di ritardo mentale. L'uomo, che in un video diffuso dalla Cnn, apparentemente brandiva un coltello, era in totale stato confusionale.
L'11 agosto, invece, la polizia di New York ha ucciso nelle vicinanze di Times Square un uomo di 51 anni, Darius H. Kennedy, sempre un nero, armato di un coltello e sotto l'effetto di droghe. Due agenti gli hanno scaricato contro 12 colpi dopo averlo inseguito nelle strade adiacenti la celebre piazza senza riuscire a disarmarlo.
 

sabato 27 ottobre 2012

Il Presidente della Repubblica Ceca accusa l'UE.

Importante articolo apparso sul quotidiano Rinascita del 16 ottobre:
Vaclav Klaus: i politici italiani? Coltivano una mentalità distruttiva. 
Non siamo certo soltanto noi, o il popolo dei blog confinato in internet, tutti sotto censura per non disturbare il manovratore, a dichiarare nefasta la mostruosa eurocrazia che priva di sovranità le nostre nazioni.
Václav Klaus, presidente della Repubblica Ceca, una settimana fa, sul Sunday Telegraph, ha accusato infatti i i politici “con due facce”, compresi i suoi stessi quadri di partito, di aver aperto le porte ad un superstato Ue cedendo democrazia e sovranità nazionale.
“Dobbiamo pensare a come ripristinare la nostra indipendenza e la nostra sovranità. Questo è impossibile all’interno di una federazione” così come progettata da Germania, Francia, Italia e altri ottopaesi europei che a inizio ottobre hanno chiesto di mettere fine ai veti delle nazioni in materia di politica di difesa e sollecitato la creazione di un supergoverno europeo.
In particolare Václav Klaus si è detto veramente sconcertato dalla sua recente visita di Stato in Italia, dove ha incontrato quella che lui chiama la “mentalità distruttiva” dei politici italiani che stanno usando la crisi della zona euro per rinunciare alla democrazia e per eludere la responsabilità di gestire il loro paese.
“E’ stato davvero molto deprimente per me il modo in cui molti leader politici italiani hanno espresso il parere che è necessario spostare le competenze dall’Italia a Bruxelles per un solo motivo: accettano passivamente di non essere in grado di prendere decisioni razionali da soli”, ha detto. “Adesso possono trovare la scusa o l’alibi che ‘siamo costretti a farlo’. Non l’ho mai sentito dire prima così esplicitamente o direttamente”. “E’ una fuga dalla credibilità e dalla responsabilità. Hanno ceduto il ruolo e l’importanza della democrazia. Questa è la conseguenza finale e davvero tragica.”
Nel suo libro, Europa: la frantumazione delle illusioni, edito in questi giorni anche in lingua inglese, il presidente ceco ipotizza che l’Ue si sia involuta nella forma attuale perché i leader politici hanno trovato conveniente allontanarsi dai loro Stati nazione, dove gli elettori erano in grado di influenzarli e controllarli.
“Le elites politiche hanno sempre saputo che lo spostamento del processo decisionale dal livello nazionale a quello sovranazionale indebolisce i meccanismi democratici tradizionali (inseparabili dall’esistenza dello Stato-nazione), e questo aumenta il loro potere in modo radicale. Questo è il motivo per cui volevano questo cambiamento così fortemente in passato, ed è per questo che lo vogliono oggi”, scrive.
“Gli autori del concetto di integrazione europea hanno mandato in corto circuito la mente delle persone, creando un collegamento tra il nazionalismo di Hitler e lo Stato nazionale tradizionale, mettendo in discussione l’esistenza degli stati nazionali, in generale. Tra i molti errori fatali e le menzogne che hanno sempre sostenuto l’evoluzione dell’Unione europea, questo è uno dei peggiori.”
Un J’accuse non certo “politicamente corretto” per il presidente di uno Stato membro dell’Unione europea...

domenica 21 ottobre 2012

Strage di Gorla.

Per una di quelle casualità che a volte fanno pensare, la notizia del tentativo di introdurre in Italia il reato di revisionismo storico (v. post precedente) giunge proprio in occasione dell'anniversario della strage di Gorla.
Carl Jung spiegava queste combinazioni con il termine "sincronicità", che potremmo definire come "coincidenze significative".
Poichè è doveroso ricordare i bambini di Gorla, invito tutti ad andare a visitare il sito www.piccolimartiri.it.  

Reato di revisionismo storico? Forse ci siamo...

Segnalo che è in atto l'ennesimo tentativo (questa volta, pare, ben avviato...) di introdurre nel nostro ordinamento i reati di "negazionismo" e "revisionismo": http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/38913.htm
Eh già, l'UE lo vuole, ed i nostri "politici", perfetti servitori, eseguono!
Ritengo utile evidenziare da chi è presentato il DDL e chi ne sono i co-firmatari, perchè questi loschi figuri non sono una "casta" impersonale ma sono persone singole con nome e cognome e con precise responsabilità individuali:  
Presentatrice:
Silvana Amati (PD)
Co-firmatari:
Marilena ADAMO (Partito Democratico)
Mauro AGOSTINI (Partito Democratico)
Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI (Popolo della Libertà)
Paolo AMATO (Popolo della Libertà)
Maria ANTEZZA (Partito Democratico)
Teresa ARMATO (Partito Democratico)
Franco ASCIUTTI (Popolo della Libertà)
Mario BALDASSARRI (Gruppo Misto)
Giuliano BARBOLINI (Partito Democratico)
Fiorenza BASSOLI (Partito Democratico)
Mariangela BASTICO (Partito Democratico)
Maria Teresa BERTUZZI (Partito Democratico)
Laura BIANCONI (Popolo della Libertà)
Franca Maria Grazia BIONDELLI (Partito Democratico)
Tamara BLAZINA (Partito Democratico)
Anna Cinzia BONFRISCO (Popolo della Libertà)
Daniele BOSONE (Partito Democratico)
Filippo BUBBICO (Partito Democratico)
Alessio BUTTI (Popolo della Libertà)
Giuseppe CAFORIO (Italia dei valori)
Giuliana CARLINO (Italia dei valori)
Anna Maria CARLONI (Partito Democratico)
Felice CASSON (Partito Democratico)
Stefano CECCANTI (Partito Democratico)
Mauro CERUTI (Partito Democratico)
Franca CHIAROMONTE (Partito Democratico)
Vannino CHITI (Partito Democratico)
Carlo CHIURAZZI (Partito Democratico)
Luigi COMPAGNA (Popolo della Libertà)
Barbara CONTINI (Gruppo Misto)
Lionello COSENTINO (Partito Democratico)
Gianpiero D’ALIA (UDC, SVP e Autonomie)
Gerardo D’AMBROSIO (Partito Democratico)
Vincenzo DE LUCA (Partito Democratico)
Cristina DE LUCA (Per il Terzo Polo (ApI-FLI))
Luigi DE SENA (Partito Democratico)
Mauro DEL VECCHIO (Partito Democratico)
Roberto DI GIOVAN PAOLO (Partito Democratico)
Franca DONAGGIO (Partito Democratico)
Francesco FERRANTE (Partito Democratico)
Anna FINOCCHIARO (Partito Democratico)
Anna Rita FIORONI (Partito Democratico)
Andrea FLUTTERO (Popolo della Libertà)
Cinzia Maria FONTANA (Partito Democratico)
Vittoria FRANCO (Partito Democratico)
Guido GALPERTI (Partito Democratico)
Mariapia GARAVAGLIA (Partito Democratico)
Maurizio GASPARRI (Popolo della Libertà)
Manuela GRANAIOLA (Partito Democratico)
Maria Fortuna INCOSTANTE (Partito Democratico)
Cosimo IZZO (Popolo della Libertà)
Giovanni LEGNINI (Partito Democratico)
Vanni LENNA (Popolo della Libertà)
Rita LEVI-MONTALCINI (Gruppo Misto)
Luigi LI GOTTI (Italia dei valori)
Marina MAGISTRELLI (Partito Democratico)
Lucio MALAN (Popolo della Libertà)
Pietro MARCENARO (Partito Democratico)
Francesca Maria MARINARO (Partito Democratico)
Franco MARINI (Partito Democratico)
Daniela MAZZUCONI (Partito Democratico)
Vidmer MERCATALI (Partito Democratico)
Claudio MICHELONI (Partito Democratico)
Francesco MONACO (Partito Democratico)
Colomba MONGIELLO (Partito Democratico)
Carmelo MORRA (Popolo della Libertà)
Fabrizio MORRI (Partito Democratico)
Paolo NEROZZI (Partito Democratico)
Antonio PARAVIA (Popolo della Libertà)
Achille PASSONI (Partito Democratico)
Carlo PEGORER (Partito Democratico)
Flavio PERTOLDI (Partito Democratico)
Oskar PETERLINI (UDC, SVP e Autonomie)
Gilberto PICHETTO FRATIN (Popolo della Libertà)
Leana PIGNEDOLI (Partito Democratico)
Roberta PINOTTI (Partito Democratico)
Raffaele RANUCCI (Partito Democratico)
Michele SACCOMANNO (Popolo della Libertà)
Francesco SANNA (Partito Democratico)
Luciana SBARBATI (Partito Democratico)
Anna Maria SERAFINI (Partito Democratico)
Giancarlo SERAFINI (Popolo della Libertà)
Silvio Emilio SIRCANA (Partito Democratico)
Albertina SOLIANI (Partito Democratico)
Ada SPADONI URBANI (Popolo della Libertà)
Marco STRADIOTTO (Partito Democratico)
Salvatore TOMASELLI (Partito Democratico)
Antonio TOMASSINI (Popolo della Libertà)
Giorgio TONINI (Partito Democratico)
Simona VICARI (Popolo della Libertà)
Pasquale VIESPOLI (Futuro e Libertà)
Luigi VIMERCATI (Partito Democratico)
Vincenzo Maria VITA (Partito Democratico)
Walter VITALI (Partito Democratico)
Tomaso ZANOLETTI (Popolo della Libertà)
Sergio ZAVOLI (Partito Democratico)

sabato 20 ottobre 2012

Il Nobel per la pace all'UE? Una vergogna!

Tra i molti commenti scandalizzati per l'oltraggioso conferimento all'UE del Nobel per la pace, voglio proporre questo che traggo dal sito www.quieuropa.it:

Il Nobel per la Pace all'Unione europea?
Una Vergogna, ma molto eloquente
L'ingiustificata gioia dei "Padroni arroganti" dell'Europa al di là del cattivo gusto.
Nazioni allo sbaraglio e governanti senza Dio. La propaganda dei Media Nazionali? Un indice di debolezza: evidentemente sono alla frutta
Bruxelles, Oslo  - Nel fine settimana appena conclusosi il Premio Nobel per la Pace 2012 è stato assegnato – a sorpresa - all'Unione europea, e con grandissima meraviglia della stragrande maggioranza delle associazioni pacifiste; degli enti di solidarietà sociale e di quelli impegnati nelle zone di guerra, dal Medioriente all'Africa, all'Asia; e con la meraviglia e lo sconcerto di migliaia di missionari che ogni giorno donano la loro vita in queste aree, tra l'indifferenza generale. Il Premio Nobel come noto è un'onorificenza di valore mondiale – anzi, lo era: a quanto pare ora non lo è più, e per ovvie ragioni! –  attribuita annualmente a persone o enti che si sono distinti in diversi campi e settori, apportando considerevoli benefici all'umanità, per le loro ricerche, scoperte ed invenzioni, per l'opera letteraria o l'impegno in favore della pace mondiale.
 Premio Nobel o Scherzo di cattivo gusto? 
Il Nobel è – era – considerato come l'encomio massimo dell'epoca contemporanea nella società civile. Esso fu istituito dal Club Svedese-Norvegese di Parigi il 27 novembre 1895, per volontà di Alfred Nobel (1833-1896), chimico e industriale svedese, inventore della dinamite. L'inattesa e sconcertante decisione è stata annunciata a Oslo dal presidente del Comitato norvegese, Thorbjoern Jagland, che ha motivato la scelta con un paradossale encomio: "L'Ue ha trasformato un continente di guerra in un continente di pace, contribuendo per più di 60 anni alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa". Sabato scorso, nell'apprendere la notizia non credevo ai miei occhi ed alle mie orecchie. Francamente pensavo si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto. O un errore giornalistico. ma poi la disarmante verità! L'Ue avrebbe battuto al photo-finish le candidature di 188 individui e di altre 42 organizzazioni, diventando il primo organo sovranazionale del genere ad aggiudicarsi – clamorosamente – questo riconoscimento. Per comprendere il paradosso, basti solo pensare che delle altre 20 organizzazioni che hanno avuto negli anni precedenti questo riconoscimento, l'ultima a vincerlo da sola era stata l'organizzazione "Medici senza Frontiere" nel 1999. Magari il prossimo lo vincerà, continuando su questo passo, la Trilateral commission, il Bilderberg Club o a Goldman Sachs. Ormai possiamo aspettarci di tutto, cari lettori!
 La Grande Farsa e la gioia dei "Padroni dell'Europa"  
Letteralmente fuori di sé il presidente della Commissione europea, l' "imperatore" dell'Ue Manuel Josè Barroso: "L'Unione europea è qualcosa di molto prezioso – ha dichiarato prontamente – e dobbiamo tenerla cara per il bene degli europei e di tutto il mondo. Questo – ha continuato il populista Barroso – è un onore" per tutti i suoi 500 milioni di cittadini". Secondo il presidente del Parlamento Europeo, il tedesco Martin Schulz, si è trattato di un'onorificenza che riempie di orgoglio i vertici dell'Ue ed i membri dell'Europarlamento, per la quale si è detto "commosso e onorato" via Twitter. Ora ad Oslo, i rappresentanti dell'Ue andranno a ritirare un premio da otto milioni di corone, circa un milione di euro. All'ingiustificato propagandistico e falsissimo entusiasmo non poteva mancare il contributo del pluridenunciato (in diverse procure e caserme italiane)  premier tecnico Mario Monti che – dopo aver collezionato un'altra manciata di denunce proprio nella settimana appena conclusasi, per l'operato dissennato del suo governo, proprio in linea con gli insani, dittatoriali e liberticidi diktat dell'Unione europea – con grandissima ipocrisia ha ricordato come "la formula stessa dell'integrazione per impedire la guerra e promuovere la pace inventata dall'Ue è oggetto di studio e ammirazione da molte parti del mondo". Anche dalla Germania non sono mancate le lodi, dal panzer tedesco Angela Merkel, che ha sottolineato – continuando una disarmante propaganda degna delle migliori dittature – come "l'euro, emblema dell'unificazione dell'Unione sià qualcosa di più di una moneta, incorporando l'idea originale di un'Unione di pace e di valori". Dunque dopo il “Nobel” assegnato ad un impresentabile e guerrafondaio Barack Obama nel 2009, la farsa democratica è giunta al suo apice con l'assegnazione del premio “per la Pace” all'Unione europea. Ma la cosa che lascia più perplessi e sconcertati è che la decisione del “Comitato norvegese del Nobel”, è stata presa addirittura all’unanimità. Per l'Accademia di Oslo, "Il lavoro dell'Ue rappresenta la fraternità tra le Nazioni e costituisce una forma di congressi di pace ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la Pace".
 Nazioni allo sbaraglio e Governanti senza Dio 
Senza Parole! Cari lettori, queste dichiarazioni dopo i macelli europei dell'austerity e della distruzione del welfare, dopo  gli ultimi disastri perpetrati proprio sotto gli occhi dell'Ue (in Medioriente, in Siria, ad Aleppo e Damasco, e a Bani Walid, in Libia) ci fanno capire – qualora ce ne sia ancora bisogno – più di tanti sermoni e chiacchiere (e più di dozzine di articoli) quale sia il livello di giustizia, democrazia e libertà ragginuto dalla nostra società civile europea ed internazionale nel Terzo Millennio. Giudicate da soli. Una generazione di governanti strizzanti l'occhio alle logge mondialiste e completamente senza Dio! Mi si accappona la pelle solo al pensiero. Per fortuna, per contro, sappiamo alla luce della nostra fede che Dio c'è, e che il male e le menzogne non trionferanno
 La Condivisibile riflessione di "Rinascita" 
L’assegnazione del Nobel a questo nuovo Leviatano totalitaristico chiamato “unione” europea è dunque un abominio agli occhi dell'umanità e non solo agli occhi dei cittadini europei e dei milioni di schiavi senza futuro nella gabbia dell'austerity. Oggi l'Ue detto in soldoni, non è altro che una colonia ed una vittima illustre dell'imperislismo Usa, e se andrà in porto il piano mondialista degli "Stati uniti d'Europa" il disegno egemonico sarà completo. Come nota giustamente il quotidiano Rinascita "Non è dato sapere se i blasonati componenti del Comitato norvegese siano stati folgorati sulla via di Damasco, o di Tripoli, o di Baghdad, o di Kabul o di Belgrado, prima di decretare l’onorificienza ad una istituzione non eletta dai popoli, suddita della Nato e della volontà di dominio atlantico sul resto del mondo. E strumento di imposizione di miseria e sudditanza ai popoli europei". Come non concordare con questa lucidissima analisi?
 Le maggiori critiche dal mondo della politica in Europa 
Emblematico il commento del politico olandese, Geert Wilders: "Il prossimo pazzesco Premio à chi sarà  assegnato? Magari Un Oscar a van Rompuy?". Ancor più diretto e duro è stato il commento dell'eurodeputato indipendestista britannico Nigel Farage, che ha parlato senza mezzi termini di "disgrazia totale che getta discredito sul premio Nobel".
 L'attività propagandistica dei Media Nazionali e di RAI 1 
Sconcertanti, per contro, sono state le ultime dichiarazioni di Stefano Caselli, docente dell'Università Bocconi di Milano che poco fà, al TG1 Rai delle 13,30, è ritornato sul tema rilodando l'Europa tecnocratica del Nobel, auspicando un'ulteriore cessione di sovranità a Bruxelles da parte degli stati sovrani, e lodando il (liberticida e dittatoriale) MES o Fondo Salva (Ammazza) Stati Permanente. Auspicando, in aggiunta, la nascita degli Stati Uniti d'Europa così come auspicato dallo stesso Giorgio Napolitano. A voi il giudizio! Alla vostra intelligenza! Da parte nostra crediamo, tuttavia, che l'irrazionale e sconcertante propaganda dell'euro-casta è segno inequivocabile della debolezza di argomentazioni di quest'ultima: chiara segno che l'Europa dei tecnocrati è arrivata alla frutta e ha i giorni contati. Non si possono prendere in giro in eterno 500 milioni di europei. Nobel o non Nobel!
Sergio Basile