lunedì 19 dicembre 2011

Monty. Come Montgomery.

In un momento di eventi gravi e inquietanti, questa notizia pare quasi comica. Temo invece che assuma significati ben precisi...
Dal sito noreporter:

Il  liquidator parla solo in inglese anche in patria. Nostra non sua
Povera patria. L’umiliazione dell’Italia va in onda di prima mattina, in diretta su SkyTg24. A Palazzo Koch c’è una conferenza in memoria di Tommaso Padoa-Schioppa. A intervenire sono il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della Bce Mario Draghi, in platea tanti pezzi grossi dell’economia e della finanza, oltre a qualche ospite straniero, tra cui il governatore della Banca d’Inghilterra Marvin King. E la lingua usata, incredibile auditu, è l’inglese.
Nell’Urbe, mica nella City; nella capitale d’Italia, mica del Burundi; nella sede centrale della Banca d’Italia, mica nella sede di Washington del Fondo monetario internazionale; in via Nazionale, mica in Trafalgar Square; per ricordare la figura di un economista italiano (di Belluno), mica indiano; su un canale italiano, mica australiano; in un luogo istituzionale, mica in un’aula di Harvard o Berkeley. Ebbene, il nostro premier, professore e gran spregiatore dei parlamentari (li tratta con sufficienza, come allievi non troppo svegli alle prese con un dettato) e quindi di quei populisti degli elettori, proprio mentre la Camera stava votando la fiducia sul suo provvedimento cosiddetto “salva-Italia”, una bazzecola in fondo, un atto dovuto dinanzi alla genialità dei balzelli, si è messo a parlare a braccio. Uao che bravo, in fluent english, of course. Dimostrazione pratica e simbolica del fatto che, come è tornato a ripetere, «non c’è differenza tra lavorare per l’Italia o per la Ue».
Ma ve l’immaginate un Sarkozy che usa anche una sola espressione della lingua della non più perfida Albione all’Eliseo o in un incontro ufficiale a Parigi? In un Paese come la Francia, dove una legge vieta l’uso di anglismi ormai diffusi ovunque e accettati in tutti gli idiomi, l’avrebbero et voilà ghigliottinato. O una Merkel che omaggia gli antenati Angli alla Bundesbank? Kaputt. O ancora, a proposito di antenati (i nostri stavolta) con le palle, un pur filo-ellenico Scipione che sfoggia la koinè (equivalente antico dell’inglese) in Senato? Condemnatus in un amen.
E invece l’ineffabile Mario Mountains in pochi minuti ha disintegrato anni di battaglie a Strasburgo e Bruxelles per dare pari dignità all’italiano, maltrattato da inglesi, francesi, tedeschi e spagnoli, e reso ridicolo l’operato della Società Dante Alighieri, che dal 1889 si affanna per tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Come possiamo pensare di ottenere rispetto all’estero se il primo a non far suonare il sì nel Belpaese è lo stesso capo del governo?

1 commento:

  1. Concordo pienamente con queste Sue considerazioni, Costanzo.
    Anche da scelte come quella descritta nel post, di utilizzare una lingua straniera in vece di quella italiana, quando l'ambito e le circostanze avrebbero consigliato il contrario, possiamo intravedere l'atteggiamento mentale di fondo di tutta una classe di "eurocrati" che nel mentre ci indicano la Salvezza nella UE di fatto stanno falciando sistematicamente le sovranità degli Stati-Nazione.
    Renato Valusso
    Concordo pienamente con queste Sue considerazioni, Costanzo.
    Anche da scelte come quella descritta nel post, di utilizzare una lingua straniera in vece di quella italiana, quando l'ambito e le circostanze avrebbero consigliato il contrario, possiamo intravedere l'atteggiamento mentale di fondo di tutta una classe di "eurocrati" che nel mentre ci indicano la Salvezza nella UE di fatto stanno falciando sistematicamente le sovranità degli Stati-Nazione.
    Renato Valusso
    http://quiudinelibera.blogspot.com/

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