sabato 18 giugno 2011

In passerella la favola melensa di un mondo che non è.

Dal sito di informazione No Reporter:

Quella di Houssem, giovane tunisino sbarcato a marzo a Lampedusa dopo una traversata di 17 ore, trasferito in una tendopoli a Manduria e arrivato a Pitti Uomo come modello, sembra una fiaba moderna, a lieto fine. Il giovane tunisino, 20 anni, alto più di 1 metro e 80, pelle ambrata, fisico aitante, desiderio di integrarsi e di rimanere in Italia, con il sogno nel cassetto di fare il ristoratore, è stato notato dal proprietario di un'azienda di abbigliamento locale, con base a Sava (Taranto), a pochi chilometri dal centro di accoglienza dei profughi a Manduria. Salvatore Toma, patron della Havana & Co, e la sua famiglia hanno capito che potevano fare qualcosa per Houssem e lo hanno portato a Pitti Uomo, trasformandolo in un modello. Perfetto, con la giacca patchwork in cotone e lino di Havana & Co, che riporta frasi in tutte le lingue del mondo, dagli ideogrammi cinesi a quelli islamici, fino ai caratteri cirillici.
Non può sfuggire il messaggio di invito all'integrazione. Houssem fugge da una situazione disperata: lui è l'unico maschio di famiglia, ha tre sorelle e una madre da mantenere nel suo paese. "Ma a differenza dei suoi connazionali - spiega Toma - si è affezionato alla mia famiglia e ha subito manifestato il desiderio di rimanere in Italia. Non in una grande città come Milano o Roma, che forse lo spaventa, ma in un piccolo centro della Puglia. Da noi, a Sava o a Manduria". Il patron dell'azienda che lo ha lanciato nella moda spiega che a Houssem non interessa questo settore, "piuttosto quello della ristorazione, che già conosce perché era il suo lavoro in Tunisia". Ma il permesso di Houssem scadrà a ottobre e i sogni del giovane potrebbero finire tra pochi mesi. "Farò di tutto - annuncia Toma - per far sì che il suo permesso di soggiorno venga rinnovato. Se non lo farà qualcun altro, lo farò io. In Houssem abbiamo capito la forza della volontà d'integrazione del mondo arabo in occidente, una volontà che ci ha conquistati". La favola di Houssem avrà un lieto fine dunque, grazie alla buona volontà e alla comprensione di italiani che spalancano le braccia a chi ha avuto la sfortuna di nascere in un paese più povero.
In passerella la favola melensa di un mondo come non è e l'ennesimo messaggio criminale per mistificare una tragedia di portata oceanica che minaccia ogni popolo e ogni cultura. Il genocidio inizia con le bombe umanitarie, prosegue con le migrazioni di massa e si conclude con questi ibridi stucchevoli della società-spettacolo. Ibridi che mettendosi in mostra nascondono una realtà fatta di figli e nipoti che non avranno più un ceppo né una radice ma si ritroveranno a vagare in un'esistenza estroversa, privi di educazione e di solidità, a scimmiottare i tele-falliti delle periferie Wasp. E  che non avranno più alcun legame col mondo sottile e con il profondo se non quelli caricaturati dallo psicanalista e da qualche sindacalista dell'anima di una religione qualsiasi, meglio se di tipo frappé.

Nessun commento:

Posta un commento